giovedì 30 luglio 2009

Intervista a Lamette!

INTERVISTA A LAMETTE!

Puck il Nano intervista
Rocco Lombardi & Simone Lucciola.

E' finalmente uscita la prima "Guida illustrata al frastuono più atroce", lo speciale di Lamette Comix tutto dedicato al rock'n roll. Un'antologia rivolta alle nostre orecchie con un cast d'eccezione. E c'è pure il sottoscritto con una storia di 4 pagine dedicata ai Brutos. Ho deciso di dare una mano alla Causa e intervistare i due fautori della sporca iniziativa. Ladies and gentleman, Puck il Nano intervista i creatori di Lamette Comix: Simone Lucciola e Rocco Lombardi!

PUCK: Durante uno dei nostri deliri alcolici, Simone mi accennò a un albo a fumetti che vi avrebbe ispirato nella realizzazione della Guida illustrata al frastuono più atroce”. Mi è parso di capire che, a parte Lester Bangs, l'input di questa raccolta di storie sia nato proprio da questa pubblicazione. Di che cosa si tratta?

SIMONE: Si tratta di una fanzine francese che ho sfogliato velocemente un paio di volte. Credo sia distribuita esclusivamente nel paese della Tour Eiffel e si chiama “My way”, come la canzone di Frank Sinatra. Rocco potrà dirti di più su un progetto simile al nostro che hanno portato avanti anni fa per una sola uscita: io mi sono ispirato semplicemente all’idea di fondo, cioè disegnatori che interpretano gruppi musicali. Anzi, a mia discolpa posso dire che non ho mai letto l’albo. Che poi è un modo come un altro per dire che mi sono fregato l’idea, ma con un certo stile e tatto.

ROCCO: “My Way” la cura Chester da diversi anni: è un magazine che come il nostro salta fuori dal giro punk. All'attivo hanno diverse uscite ed ognuna è a carattere tematico. Hanno pubblicato anche autori italiani.

PUCK: Nella vostra “Guida illustrata al frastuono più atroce” sono coinvolti 31 disegnatori e altrettante personalità di spicco del mondo del rock. Potete darci una introduzione generale alle storie? Che cosa deve aspettarsi, l'uomo della strada, quando prenderà tra le mani questo vostro nuovo parto?

SIMONE: La “Guida illustrata al frastuono più atroce” è un po’ un compendio a fumetti della “Guida ragionata al frastuono più atroce”, la principale raccolta postuma di scritti critici di Lester Bangs. Ergo, 31 musicisti e gruppi che hanno segnato la storia del rock in maniera non convenzionale e rimanendo spesso nell’underground, visti nell’ottica di un critico che è anche un fan e/o un detrattore, dunque non si risparmia interpretazioni del tutto soggettive, contaminate dal gossip, dall’esperienza diretta o dalla passione incondizionata. Nello specifico, qui il critico/fan è anche un disegnatore a cui non è stato dato un canovaccio da seguire, con l’eterogeneità di risultati che ne consegue. Lester Bangs, nei suoi pezzi su Creem o su Rolling Stone, trascriveva spessissimo i testi dei gruppi a memoria, sbagliando clamorosamente le parole e mettendo in bocca ai cantanti quello che lui avrebbe voluto sentirgli dire o che credeva di sentirgli dire. “Guida illustrata”, in questo senso, è un’operazione più o meno analoga.

ROCCO: Questa guida poteva essere benissimo la prima delle nostre uscite, e in qualche maniera accarezzammo l'idea già tempo addietro, ma si sarebbe trattato di far intervenire dei disegnatori su delle tracce registrate da band di amici e farne un libro con cd (forse l'idea non sarebbe ancora malvagia). Chi prende questa guida deve aspettarsi di tutto, trattandosi di stili eterogenei sia nel tratto che nelle modalità interpretative, quindi ogni storia può entusiasmare o deludere a seconda delle proprie corde. Poi, naturalmente, si possono fare scoperte interessanti, così come le abbiamo fatte io e Simone.

PUCK: Facciamo un gioco di fanta-editoria. Un editore dal budget illimitato vi mette a disposizione tutti gli autori mai esistiti, morti compresi, per realizzare nuovamente questo speciale sul rock'n roll. Dovete scegliere 10 disegnatori e affibbiargli altrettante band. Chi chiamate?

SIMONE: Piuttosto difficile. A Pazienza, vista la sua tramandata passione per il cantautorato italiano, bisognerebbe affibbiare i Gaznevada. Gli altri per me sarebbero Tamburini (con massima libertà di scelta), Bonvi, Magnus, Crumb, Prof. Bad Trip, Crepax, Miguel Ángel Martín, Mike Diana e Trevor Brown.

ROCCO: Confermati quelli citati da Simone, aggiungerei Pushead, Ron English, Ligabue, Ashley Wood, Bilal, Burns, Kuper, Drooker, e tra gli italiani mantengo il riserbo.

PUCK: E' stato difficile far convivere tra loro segni completamente diversi? Per quanto gli stili e gli approcci delle singole storie siano diversissimi tra loro, c'è sempre una strana alchimia che tiene in piedi tutto. È come un concept album, ma fatto da una superband di 31 elementi.

SIMONE: Per la verità la cosa non ha richiesto più di cinque minuti, nel senso che in fase di impaginazione è venuto naturale. Abbiamo semplicemente pensato di affiancare – per rendere la lettura più scorrevole – i musicisti collegati storicamente tra loro o complementari (es: la triade Velvet-Nico-Bowie, o il binomio Misfits-Cramps). Poi, ovviamente, c’è stata qualche scelta dettata dall’affinità di segni e intenti, come quella di dare totale adiacenza ai 4 Superamici, ma la scaletta è stata scelta prevalentemente in base a criteri musicali.

ROCCO: In fondo tutti i disegnatori in qualche maniera gravitano intorno allo stesso immaginario e si cibano di tanta musica che li accomuna, dunque per forza di cose si dovevano combinare bene (non senza stridere ogni tanto qua e là)...

PUCK: Il legame tra fumetto e musica è sempre stato una componente fondamentale di Lamette, che nasce proprio come tributo alla cultura punk in tutte le sue mille facce. Ed è una mossa vincente, secondo me. Perché permette di avvicinarsi a un pubblico non strettamente legato ai fumetti, e fare della sperimentazione grafica e narrativa. Alla John Holmstrom. Però gli autori che avete coinvolto sono tutti fumettisti, non musicisti. A parte le interviste, avete mai pensato di far collaborare attivamente qualche personaggio della scena musicale indipendente italiana? ...Qualche gruppo punk, o qualche cantautore, magari in veste di sceneggiatore?
Pensateci... potrebbe sempre presentarsi alla vostra redazione Marco Carta!

SIMONE: Io preferirei Marco Marfè, lo trovo più spontaneo. No, scherzi a parte, il binomio punk-fumetti non sempre funziona. C’è chi adora la musica punk ma se ne sbatte assolutamente dei fumetti, e viceversa. E il vantaggio sociologico in termini di moneta cash sparisce immediatamente se si considera il fatto che l’appassionato di fumetti che odia il punk evita accuratamente di accostarsi alle nostre produzioni. La mossa è forzata, nel senso che se noi siamo vicini alla weltanschauung punk (DIY, spirito e segno anarcoide), non possiamo che porci così.
Quanto ai personaggi della scena musicale indipendente italiana, giusto ieri parlavo al telefono col mio amico Roberto Perciballi, che è poi il cantante dei Bloody Riot, e gli prospettavo la possibilità di collaborare a un’eventuale futura storia sul suo gruppo. La stessa cosa è stata chiesta a Simone Cinotto dei Nerorgasmo per questo numero, anche se ha preferito dare semplicemente la sua benedizione. Ehi, e comunque non è vero che gli autori che abbiamo coinvolto non facciano anche musica! Crescenzi fa musica, Ratigher e Tuono fanno musica, Johnny Grieco fa musica (i Dirty Actions, che avrebbero potuto tranquillamente anche essere in scaletta!), Marco About fa musica, Lucho fa musica, Pira fa musica, Corona fa musica, Manuppelli fa musica, io faccio musica. Officina Infernale, Rocco, e chissà quanti altri, hanno fatto musica.

ROCCO: Su questo legame ho nutrito forti dubbi dalla prima uscita a fumetti di Lamette. Mi spiego: in tanti hanno suonato o suonano o apprezzano il punk e allo stesso modo il fumetto, ma il collegamento sembra sempre saltare per qualche motivo. Nella realtà esiste, ma poi sembra che le due cose vivano sempre in ambienti separati, in compartimenti stagni. Credo che questo numero di Lamette riesca in qualche modo ad assottigliare questo scarto...
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PUCK: Ecco, una domanda alla Nick Hornby. Quali sono i 5 dischi che salvereste da una catastrofe nucleare?

SIMONE: Facile. 1) The Velvet Underground & Nico; 2) Television – “Marquee moon”; 3) The Germs – “G.I.”; 4) Johnny Thunders & The Heartbreakers – “L.A.M.F.”; 5) Dead Boys – “Young, loud and snotty”; 6) “Rocket to Russia” dei Ramones, nascosto nella custodia di uno qualunque di questi altri.

ROCCO: Difficile. Concordo con i primi 2 di Simone, per gli altri 3 andrei a caso vista l'impossibilità della selezione.

PUCK: Su ogni numero di Lamette campeggia la scritta “Il comic book più rozzo d'Italia sul PUNK e sulla cultura autodistruttiva degli sporchi giovani”. La pensate ancora così? Mi sembra che nelle vostre più recenti pubblicazioni abbiate abbandonato l'ottica iniziale di fare una fanzine per maniaci del PUNK. Ora sembra più una rivista di storie per stomaci forti... È solo una mia impressione?

SIMONE: Beh, se punk è fare quello che vuoi, compreso il non ascoltare punk quando non ti va, allora io sono sempre punk. Autodistruttivo lo sono sicuramente, ora come allora. Punk è anche cambiare continuamente pelle, come i serpenti. Un aspetto da non sottovalutare.

ROCCO: Non credo che Lamette abbia perso quella connotazione visto che in realtà non l'ha mai avuta, nel senso che il seguito che ha costruito non è così ristretto. Se anche solo la metà dei lettori del sito avesse seguito la rivista avremmo sfondato...

PUCK: Ma un cambiamento sicuro, invece, è dato dalla scelta degli autori. Perché, a partire dallo scorso numero (lo speciale tutto italiano “Speciale Spaghetti Comics”), avete abbandonato l'idea di un gruppo internazionale di disegnatori? Alla fine vi eravate creati un gran bel giro. Assieme agli italiani c'erano: Mike Diana, Richard Suicide, R. K. Sloane, Javer Diaz & Daniel Garcia, Gomè... Tornerete mai con questa formula iniziale? Sloane ancora ve lo invidio, cazzo.

SIMONE: Sloane era un vero signore: gentilissimo e disponibile. Tra l’altro, ci scrisse che aveva intenzione di trasferirsi a Napoli per ritrovare le sue radici italiche e che ci saremmo presto incontrati anche di persona. Purtroppo prima di darci quest’onore ha cambiato tempo, passando dal presente indicativo all’imperfetto. Che riposi in pace.
Sì, vero, avevamo creato un bel giro, e non è escluso che si ritorni presto a collaborare con tutti gli autori internazionali che vorranno. Ma se sulle prime il nostro intento era quello di sdoganarli in Italia (forse siamo stati la prima o la seconda rivista nostrana, ad esempio, a tradurre Mike Diana), adesso che sono stati letti, conosciuti e diffusi (e tu, Puck, ne sai più di qualcosa!), sentiamo il bisogno di occuparci estesamente anche dell’underground spaghetti, che in questo momento sta vivendo uno stato di grazia. Diciamo che un conto è fregiarsi di aver collaborato con questo o quel disegnatore importante, un conto è trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Per me conta più la seconda.

ROCCO: Se c'è una cosa bella nel fare una rivista come questa è lo scoprire come tante persone siano disponibili. Si parla di collaborazioni, e sembra che chissà cosa significhi. Tutti gli autori hanno accettato di contribuire a Lamette in virtù di un'annusata sintonia e ci hanno mandato le loro cose. In teoria chiunque potrebbe tirare su una rivista così: gli autori non mancano e neanche la loro voglia di pubblicare; altra cosa è dare una forma e una linea, e non credo che ci siamo sempre riusciti. Il numero 5, che è lo “Speciale Spaghetti Comics”, ha certamente dato una svolta, e con la “Guida illustrata” abbiamo aggiustato ancora di più il tiro. Pubblicare solo autori italiani non ha alcunché di strategico, semplicemente abbiamo confermato le amicizie costruite in questi anni. Resta comunque gran cosa l'abbondanza di talenti nel fumetto meno mainstream in Italia, e questo numero di Lamette renderà conto ai posteri.

PUCK: Tornerete a realizzare un fumetto a 4 mani, dopo l'esperienza di Campana? E soprattutto: come è nato questo progetto?

SIMONE: “Campana” è nato come insieme di tavole per lo più compiute ma scollegate tra loro, messe insieme per diletto durante le mie pause lavorative. Campana, Dino Campana, lo leggo e rileggo da molti anni in edizione critica, senza riuscire a venire a capo di tutti gli innumerevoli riferimenti architettonici e rimandi metaforici che la sua breve opera contiene. Senza dubbio la sua vita è interessante quanto i suoi scritti, al punto di aver ispirato già un precedente illustre nell’ambito del fumetto italiano (“Vita disegnata di Dino Campana” di Pablo Echaurren, che ho letto e apprezzato e non fingerò di ignorare per convenienza). Nel momento in cui ho coinvolto Rocco, sapendo che avrebbe aggiunto una marcia in più ai momenti meno didascalici e più strettamente poetici, non sapevo quanto la cosa avrebbe potuto funzionare. La verità è che è stato un piacere collaborare con lui; non manca della dote indispensabile per lavorare a quattro mani, cioè l’umiltà di saper ascoltare in modo attivo e costruttivo, insistendo solo quando l’obiezione risulta funzionale. Abbiamo già lavorato nuovamente a 4 mani per un paio di storie brevi (una è ancora inedita, accorruomo!), e abbiamo la ferma intenzione di riprendere in mano “Campana” e ampliarlo con moltissime pagine di poesie, lettere, testimonianze (alcune anche completamente inedite) che non hanno trovato spazio nella nostra modesta edizione “Fuori vena”, ormai praticamente a un passo dall’esaurimento.

ROCCO: Ho riletto Campana dopo aver visto il film ispirato alla sua vita, e la prima volta lo scoprii grazie ad Echaurren: mi appassionano molto le biografie. Visti quindi i precedenti tentativi, non ripetersi era difficile. Forse la buona riuscita dell'albo sta proprio nell'aver ricreato quel flusso altalenante di umori e versi della vita di Campana. Simone spesso ignora quanto il disegno possa evocare, così come io alle volte trascuro troppo le parole: l'unione in questo lavoro è stata quindi assai propizia. Necessariamente bisogna realizzarne una versione ampliata e lo faremo.

PUCK: Perchè Rocco Lombardi continua a cambiare stile?

SIMONE: Perché è schizofrenico.

ROCCO: Me lo chiedo spesso, più che altro il problema è che ogni cosa che faccio la butterei via dopo i pochi istanti di soddisfazione che provo. Più che lo stile è la tecnica che cambia, e provarne diverse è un'esigenza.

PUCK: Perché Simone Lucciola disegna soprattutto biografie? Quali saranno le prossime vittime della sua matita nichilista?

SIMONE: Perché è fermamente convinto che la storia e la letteratura siano due fonti inesauribili di spunti validi, e che il fumetto – oltre all’ovvia funzione di intrattenimento – debba avere quella, indispensabile, di artefatto culturalmente utile. Al momento mi piacerebbe fare qualcosa su Victor Cavallo, abbastanza conosciuto come attore di cinema e teatro ma meno come poeta, e ho un po’ di tavole sfuse su Eros Alesi, un poeta minore e “di strada” degli anni ’60/’70 che ha lasciato soltanto un taccuino di appunti.

ROCCO: Simone si prepara a disegnare la sua biografia, per questo si allena con quella degli altri.

PUCK: Come nasce una vostra pubblicazione? Sì... ecco: come ci si spreme le meningi, laggiù a Formia?

SIMONE: Più o meno vedendoci a casa mia e ragionando dei massimi sistemi, o anche scambiandoci centinaia di mail. O anche, spesso e volentieri, durante un qualsiasi festival o meeting, o durante un viaggio in treno. Il luogo ideale per raccogliere idee e spunti è dovunque.

ROCCO: Ogni idea viene fuori da sola, quando la sedimentazione dal fondo raggiunge la bocca per uscirne fuori...

PUCK: Lamette è una delle più importanti testate del panorama indipendente italiano. Che opinione vi siete fatti della scena attuale? Le poche pubblicazioni rimaste hanno una propria identità, secondo voi? Esiste un terreno fertile? Un giorno sarà possibile convogliare tutte queste energie creative in un unico prodotto da edicola?

SIMONE: Ti ringrazio per la stima, che è poi la stessa che nutro nei confronti di "Puck!" e della maggior parte delle pubblicazioni indipendenti italiane: ci sono cose di grande qualità e cose secondo me prescindibili, però il fermento c’è ed è innegabile, tant’è che un albo come “Guida illustrata”, che cinque o sei anni fa non sarebbe stato possibile, è saltato fuori spontaneamente dalla rete di contatti che si è creata. Quanto all’unico prodotto da edicola, è un’idea molto cara a Vincenzo Sparagna. Io la approvo al 100%, posto che l’unico prodotto non sia una specie di monopartito. Ciò detto, non credo che le edicole siano pronte per una rivista del genere: non più. Lo erano ai tempi della mia infanzia e adolescenza, cioè prima che la Bonelli facesse il doppio boom con Dylan Dog nel 1986 e decidesse di lanciare decine di testate nuove e precotte a tavolino, schiacciando tutte le altre pubblicazioni.

ROCCO: Sono tanti gli autori che si autoproducono e mettono in giro le loro cose, e sembra pure che gli spazi a disposizione aumentino. Non sempre tutto questo coincide con un aumento dei lettori e degli estimatori, ma non è certo questo un limite per gli autori che coraggiosamente fanno tutto da sé pur di esprimersi. Ovviamente, però, le autoproduzioni non hanno vita facile e nemmeno troppo lunga, il più delle volte. L'importante è comunque il movimento e le energie che si producono e che al momento giusto possono confluire in qualcosa di importante. In questo senso sembra che questo periodo felice non sia in esaurimento. Per arrivare in edicola ci vuole un pazzo furioso oppure un consorzio enorme di soggetti che vedo duro da realizzarsi.

PUCK: Quali sono i vostri autori di riferimento?

SIMONE: Bonvi, Pazienza, Tamburini. Ma anche i dadaisti, Duchamp, la pop art, Warhol, Schifano, Rotella e chi più ne ha più ne metta.

ROCCO: Fumetto ne leggo tanto, ma riferimenti veri e propri provo a trovarli altrove, anche se poi le tracce che lasciano in quello che faccio sono assai flebili. Preferisco non fare lunghe liste, e una striminzita selezione sarebbe ingiusta.

PUCK: Siamo arrivati al capolinea di questo interrogatorio poliziesco. Un'ultima domanda d'obbligo per il nostro pubblico di fanatici: di che cosa parlerà il prossimo numero di Lamette?

SIMONE: Il prossimo numero di Lamette sarà il secondo volume della “Guida illustrata al frastuono più atroce”: ci saranno altri 31 autori e altri 31 gruppi imprescindibili, per una panoramica (quasi) completa del nuovo fumetto italiano e della musica rock-punk-wave-weird che ha un peso nella storia. Ti domandi se ci sono ancora gruppi e disegnatori fondamentali? A pacchi! Il nuovo volume potrebbe essere migliore del primo, dio enciclopedico. Non fatevi sfuggire la possibilità di avere un’opera omnia sul vostro comodino.

ROCCO: Che dire di più?

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